lunedì 31 marzo 2014

30 marzo 2014 - "CORRI ALLA ROMOLA" la corsa vista da Furio

CORRI ALLA ROMOLA

L’ultima volta che ho scritto una cosa per Stefano (attuale segretario della società, ma anche mio vecchio compagno di banco a scuola – carramba!) si trattava di una ricerca su La vita di Galileo di Bertolt Brecht, in quarta ragioneria, per la nostra profe d’Italiano Violetta De Filippo, un’insegnante non vedente che ci ha insegnato a vedere.
Evidentemente è un segno perché come la Terra del buon vecchio Galileo così il podista, nel suo piccolo, Eppur si muove!
È lui che in settimana ci ha chiamati uno a uno (Stefano, non Galileo).
«Devi venire, Non puoi mancare domenica, devi essere la mia "spalla"
La tua presenza è necessaria: Occorri alla Romola
Ecco il vero nome della corsa, allora.
Anche se, diciamolo, era dura, e su qualche salita sono stato lì lì per chiedere l’intervento dell’ambulanza rischiando di trasformare la gara in un più adeguato Soccorri alla Romola.


La giornata è splendida e, in un mondo perfetto, saremmo andati tutti a Baratti ma, tant’è, ormai c’eravamo inguaiati in questa avventura corridora e ci siamo dovuti accontentare di questa Buca delle Fate di noattri che era il bel percorso saliscendi tra cespugli di scope e maestosi pini.
Li avete visti i pini o eravate troppo impegnati a non schiattare? Io non li ho visti, ma ho letto sul volantino che c’erano, perché non crederci?
Quanto alla gara e all’infelice scelta del giorno post ora legale, si vedeva che parecchi risentivano di questo simil jetleg o, comunque, l’hanno usato come scusa (i più scafati hanno invece addotto cene del sabato sera a base di cinghiale) per giustificare prestazioni ancora non proprio da primato.
La mia personale sfida invece mi rivede contrapposto ad uno zio della mia prima gestione matrimoniale: lo zio Carlo. Il temibilissimo Carlo B., un categoria oro che lèvati!, corre per la Polisportiva Nave ma, a parte questo, è il mio obiettivo di riferimento. Mi aveva dato le paghe nella nostra gara a Grassina e poi di nuovo all’Oltrarno dopo avermi illuso rimanendomi alle spalle per dieci chilometri.
Solo al trofeo della Nave l’avevo preceduto al traguardo, ma solo perché lui era di servizio.
La Romola poteva essere la volta buona per lasciarmelo alle spalle. Lo vedo dalle parti della punzonatura e provo ad intimidirlo con una stretta mortale al collo buttando là una battuta, ma niente, è una roccia.
Lo sparo, o quel che era, si parte!


Non lo vedo lo zio Carlo e sto ben attento a non farmi superare. Ogni volta che noto con la coda dell’occhio affiancarsi una maglia biancoverde temo il sorpasso fatale, ma tengo botta. Al rifornimento trangugio tè e spicchi d’arancia senza quasi fermarmi, lo zio Carlo figuriamoci se s’alimenta in gara.
Lungo il percorso, i tranci di verde Toscana che puoi affettare con lo sguardo sono mirabili e fantastici anche se non possono, ahimè, competere con gli impianti semaforici lampeggianti, le rotonde, l’asfalto grezzo, i casermoni e la tremolante linea verdolina da calpestare della recente Mezza di Scandicci.
Dopo il mangiaebevi per i boschi torna la strada bianca e poi di nuovo la strada e gli ultimi due chilometri di discesa, mollo gli ormeggi e mi butto giù a capofitto, nessuno può superarmi, è fatta, penso.

L’ultimo falsopiano e poi l’arrivo. Segna segna, amico, sono il 794, 7 9 e 4, bravo. Sospiro di sollievo, mi dirigo al rifocillo.
Però manca poco svengo, lo zio Carlo mi sta venendo incontro e ha già un bicchiere in mano e la crostata in bocca.


Furio

2 commenti:

  1. bravo!!! Ecco acquistato un'altro scrivano runner!!

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  2. Complimenti sei un bravissimo scrittore, ma alla prossima devi battere lo ziao Carlo!!

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