lunedì 28 ottobre 2013

"La prossima volta che si va alla messa a Cercina... si va in macchina!"

27-10-2013 Trofeo Le Panche visto da Michele

Mentre il "GPFPG Pro-Series" sbarca alla Maratona di Lucca, i ragazzi del "GPFPG Classic" sotto un cielo nero, ma clemente, si avviano insieme ai soliti noti della Domenica, alla conquista del Trofeo Le Panche. Io Parto malissimo: 7 metri secchi e subisco subito una protuberanza del "fantastico" asfalto fiorentino. Il rotuleo sinistro mi fa capire... non mi fa capire! Però è chiaro che consiglia di evitare di chiedere troppo e tutto insieme al signore del piano di sopra, altrimenti le rappresaglie saranno, ovviamente, tante e dolorosissime. Bene: consci di queste "informazioni", mettiamo la quinta di riposo e andiamo avanti. Dopo un kilometrino di pianura, una secca svolta a destra ci accompagna all'inizio della salita che ci terrà compagnia per ben 6 Km. Non pareva, ma man mano che si va avanti la salita diventa sempre più dura, tanto che in un primo momento sarei stato anche per tirare giù dallo scooter i ragazzi di toscana TV, tanto mi faceva gola il loro mezzo di locomozione, ma siamo seri, siamo podisti, dobbiamo patire! Ci ripenso e insieme a Monica, che è con me fin dalla partenza, ci mettiamo a testa bassa e lottiamo contro l'impossibile fino a che, dopo qualche kilometro, l'inclinazione si allenta un po' e alzando la testa sorprendentemente ci ritroviamo alle spalle di Milena e Luciano. Saluti di rito, incitazioni a palla e poi di nuovo divisi: Loro giù a sinistra in picchiata per la 7Km, noi (sigh...) a destra in salita per la 13,5Km. nel frattempo uno splendente (e velocissimo) Maurizio saluta, ci passa e sparisce nei meandri degli avversari più avanti. Si continua a salire e la questione da dura diventa durissima, non è facile resistere: evitare di mollare la cinghia e non ascoltare gli appelli al timeout disperati dei quadricipiti in difficoltà diventa l'imperativo, ma facendo leva l'uno sull'altro io e Monica riusciamo a raccontarci un sacco di scuse e bugie sulla nostra condizione che hanno l'unico scopo di anestetizzarci alla fatica, per portarci, finalmente, al traguardo di Cercina. Traguardo che alla fine arriva davvero e fra i tanti stupiti fedeli che usciti dalla messa, trovano un ansimante popolo multicolorato che sorseggia, rutteggia e sputacchia davanti alla loro bellissima chiesetta, ci buttiamo giù per la discesa.
Discesa che lascia il tempo che trova, le gambe che sembrano (ovvio: sembrano!) tornate nuove, ci fanno macinare kilometri a ritmo trionfale per un bel po', con un solo momento di empasse dovuto ad un ingorgo (ebbene si, un ingorgo!!) che artistici cittadini fiorentini erano incredibilmente riusciti a creare quasi in fondo alla discesa, roba incredibile, neanche i tre fenomeni di amici miei riuscirono a creare un intarsio del genere invia dei Renai ai tempi. E loro lo facevano apposta!! Si diceva? Ah, si... dunque: slalom fra gli ingorgati, curva secca a sinistra e poi la triste realtà, le gambe non erano resuscitate! Ci pensa il risciacquo sul fiume a ricordarmelo: il cambio di inclinazione mi pianta lì, come un bischero. Dribblo la sorte, spalanco il sorriso e saluto Luigi ostentando una fintissima forma smagliante. Un po' di salitella e si riscende di nuovo, si inizia a sentire l'odore dell'arrivo. Svolta a destra per il ponte nuovo, manciata di palle davanti alle cappelle del commiato di Careggi e poi giù verso il traguardo, ma tranquillini, c'è da risparmiare energia per un'apparizione gloriosa sull'arrivo. Altre due o tre curve, questo ci separa dal mega cronomentro che sul mio arrivo segna 1.27.00, ma ne sono certo, l'avevano truccato per farmi uno scherzo, ci ho messo sicuramente di meno...








Michele

lunedì 21 ottobre 2013

"Chianti Trail: e sai cosa vedi (ma non sai cosa soffri...)" by Michele

“...e buongiorno anche agli amici di Grassina...”





E' così che il telecronista, Stefano Giovannetti, ci accoglie mentre appena scesi dall'autobus, ci accingiamo a “accomodarci” sotto il gonfiabile della partenza. Il cielo è plumbeo, ma clemente, un fastidioso vento fresco soffia in faccia. Distribuisco tanti sorrisi e un bel po' di castronerie alla sconosciuta podista accanto a me, ma sotto sotto la preoccupazione è tanta. Mi sembra la prima volta, eppure non lo è.... ce la farò a macinare questi 18Km trail in maniera, se non eroica, almeno dignitosa? Mentre questo e altri mille pensieri mi attanagliano, è arrivato il momento di partire: niente di più facile. Un piede avanti e l'altro che lo segue, per “soltanto” 18km. Qualsiasi fondo, qualsiasi condizione meteo, qualsiasi condizione fisica. Contro tutto e contro tutti. Solite storie: si corre a singhiozzo, troppo traffico, il sentiero è saturo. Sarà così per almeno 1Kmetruccio. Meglio così, mi servirà da riscaldamento, che al solito, non ho fatto. “Viva gli sposiiiiiiiiii”, urla il solito buontempone nel gruppo. Rido, ma intanto il cuore sale insieme all'inclinazione e un certo senso di fatica si fa sentire. Mi pare non sia giornata. Non mollo: l'inclinazione sale ancora e cambia il fondo, si passa dal sassoso al terroso e il respiro si fa sempre più affannoso, ma non mollo. Passerà. Cambia di nuovo il fondo, sassoso su terra lente, l'inclinazione si fa “impossibile”. Decido di non mollare finché posso, sarà così fino a metà salita, dopo di chè passo a una camminata “Mario del Lungo Style”, fino a quando non arriverò all'apice della salita. Una volta giunti al massimo dislivello, si riparte a correre davvero e con la testa girata a destra verso un magnifico paesaggio, ci tuffiamo in discesa. Decido di scendere giù tranquillo, senza cercare imprese inutili, rispettoso dei miei poveri 43enni ginocchi. Una discesa non facile, che non fa mancare niente: Duro ripido, morbido, pietraia, strada bianca, morbido erboso, il tutto intramezzato da paesaggi mozzafiato e passaggi in borghi caratteristici dove fare il ristoro è doppiamente piacevole. Si scollina San Gusmè e ci si butta giù nella più splendida vigna per podisti mai vista, le gambe accelerano da sé, ma una sensazione spiacevole inizia a darmi noia. Una maglina di troppo che avevo messo sotto la divisa sociale, è diventata una cinghia che mi strozza e mi tormenterà per diversi Km fino a che, stanco di sopportare la situazione, non mi fermo a lottare con le due magliette che nel frattempo sono diventate acqua, si sono impigliate e sono erroneamente spillate insieme al pettorale, dando vita ad una scena di lotta libera con due stracci, che penso diversi podisti avranno apprezzato. Nel frattempo mi superano Rossana e Monica, che rassicuro sul mio buono stato mentale. Riparto con il fastidio della maglina in mano, ma non più indosso, ritorno turbo e recupero un po' del tempo perso. Mi stabilizzo, ma mi ritrovo di nuovo in una situazione difficile: la vicinanza con la NinfoPodista. Ci mancherebbe altro: ognuno soffre come vuole, ma io ero già arrabbiato per quella maglina, correre con una accanto che fa “Ohhhh Uhhhh Ahhhh Ohhh Uhhhh Ahhh”. Ci son tre possibilità: O si tromba, o tu smetti, o ri-accellero. Scelgo la terza, per poi ritrovarmi in condizioni di quasi-apnea al ristoro di Villa Arceno, ma libero anche dalla NinfoPodista.

Eccolo lì, l'ultimo dramma di oggi: il ristoro di Villa Arceno: Crostate, panini con la nutella, salame dolce , Coca Cola pareva di essere alla “sagra del diabetico”! Poi ho pensato a quella nazista dell'OSMA che mi tiene a dieta e le punizioni infami che mi avrebbe inflitto... ho buttato la maglietta nel secchio, ho preso un bicchiere di sali e son ripartito, felice, finalmente senza quella cavolo di maglietta sudicia e puzzolente che tenevo in mano da 4 Km e che mi impediva di correre con i braccini bassi.











Per il resto, ordinaria amministrazione, ultima discesa a ritmo agile, ultima salita a ritmo cadavere e ultimo Km a ritmo splendido, con il quale mi sono presentato sul traguardo a braccio alzato e sorriso smagliante (lo so, era finto, ma il pubblico mica lo sapeva?).L'ultima sorpresa me la fa il telecronista che al mio taglio del traguardo esclama “ed ecco sul traguardo Michele Olimpi” fra gli sguardi stupidi del pubblico che si chiedeva, “ma chi cavolo è questo Michele Olimpi?”

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Michele



giovedì 17 ottobre 2013

"QUEL RAMO DEL LAGO ... bello, bello ... bello davvero" by Stefano

Anche questa domenica 13 ottobre il nostro gruppo podistico ha partecipato su più fronti a diverse competizioni.
David in solitario alla Mezza di Pisa realizzando un buon 1h e 32m.
Il gruppo più numeroso alla classica autunnale di Firenze Corri La Vita. Lasciando ad altri il commento della corsa, si evidenzia subito l’ottimo tempo realizzato da Mario Fratini con 1h e 1m e di Giancarlo Secci con 1h e 7m per percorrere la distanza di 13,6 km.
Un altra frangia del gruppo si è diretto invece verso Malcesine (VR) per 7° LAKE GARDA MARATHON.
Come di consueto per le corse fuori regione, la partenza è stata prevista di sabato, in un’auto Maurizio, Serena e Santina (Caricentro) e loro pargoli, in altra auto Chiara e Filippo (Zero Positivo), Rossana, Angela e io.
Nella mattinata del sabato, Maurizio con la scusa di far visitare ai ragazzi lo zoo safari vicino a Verona, è stato visto indugiare davanti ad antilopi e gazzelle con block notes, cercando di carpire da questa fauna, la leggerezza e la velocità che li contraddistinguono nella corsa, da replicare il giorno seguente nella competizione.
Gli altri invece, arrivati al lago hanno fatto sosta presso un buon ristorante e poi, oziando al sole sulla riva per il “chilo” pomeridiano, con l’aria frizzantina per le nevicate che nella notte avevano imbiancato le vette del monte Baldo.


La vista nell’insieme era suggestiva anzi "bella, bella … ma bella davvero” … a detta di Chiara.

Il proseguo della giornata come nei canoni: ritiro pettorali, visita al paese e per chiudere cena pregara.



La cena pre-gara percorre sempre degli argomenti consolidati. Stati di forma approssimativi, dolori, acciacchi ecc, mai uno che stia bene … e poi le tabelle di corsa per il giorno successivo.
La mattina della gara tempo nuvoloso, temperatura sotto i dieci gradi, ideale per correre, al gruppo si aggiunge anche Emilia da Crema con consorte e amica anche lei in preparazione di una Maratona però d’oltreoceano.

Pronti via, da Malcesine il gruppone parte secondo tabella, con battistrada Filippo che detta i tempi, facendo anche servizio bar volante, per evitare le fermate ai ristori. Io mi attardo fin dalla partenza con passo più blando, cercando di gustarmi il paesaggio e trovare nel percorso un ramo, anche per questo lago, che fosse degno di nota …

A Torbole al traguardo dei trenta, arrivano con un ottimo tempo e sotto le tre ore, Chiara, Angela e l’Emilia da Crema, un po’ più indietro Rossana e poi con calma e senza ramo, taglio anche io il traguardo. Nel mentre che aspettiamo i restanti, che invece hanno proseguito per la distanza più lunga dei 42.195 km, chiedo resoconto agli acquatici del posto sulla gara appena conclusa.

Ma in meno di quattro ore ecco all’arrivo Santina fustigata e guidata da Filippo, subito poco dopo Maurizio con aria ancora pensante agli appunti presi il giorno prima.

Con aliscafo siamo rientrati in albergo per la meritata doccia, e dopo un trancio anonimo di pizza abbiamo fatto rientro a casa, con ancora una medaglia da mettere al collo e la soddisfazione di aver passato un week end bello, bello … ma bello davvero.


Alla prossima ….




Correre mi ha insegnato che perseguire una passione è più importante della passione stessa” (Dean Karnazes)

lunedì 7 ottobre 2013

"QUANDO FINISCE UN AMORE" ... non è stata solo corsa al Trail del Borbotto

12 maggio 2013  - "Trail del Borbotto" non è stato solo una giornata di una competizione sportiva, non è stato solo il piacere di passare una giornata correndo e camminando per i sentieri in uno splendido paesaggio sul monte Falterona, non è stato solo concludere una giornata di sport degustando un pasto in allegria insieme a tanti amici. Al Trail del Borbotto si è consumata anche la fine di una relazione sentimentale.
Lei dopo qualche giorno ci ha inviato una mail dove ci ha raccontato la sua tristezza e l’epilogo di questa sua storia d’amore.
L’abbiamo ritrovata dopo qualche mese, ancora su un percorso Trail, ma come dice lei nella lettera, “con una nuova farfalla posata sul palmo della mano”.
Solo ora, quindi, pubblichiamo la sua mail, aspettandola al prossimo Trail del Borbotto “con la felicità nel cuore”.
A te ….. un grande saluto e un abbraccio da tutto il nostro gruppo.

martedì 1 ottobre 2013

"La Magia di SAN GALGANO" by Angela

Come sempre l’appuntamento domenicale è fissato “prestino”, neppure le sette del mattino, e lì, al solito Niccheri, puntuali ci ritroviamo, siamo un bel gruppetto, come mostrano le foto scattate da Luciano ormai fotoreporter professionista.
All’appello manca Valdemaro una brutta tosse gli impedisce di venire, invece Vito, in versione volontario per i mondiali di ciclismo, passa a salutarci.
Velocemente raggiungiamo in macchina San Galgano, la chiesa con la sua imponenza attira gli occhi dei partecipanti, il cielo plumbeo e minaccioso la incornicia e la rende ancora più affascinante.

Eccoci raggruppati, tutti pronti ad affrontare la seconda edizione della San Galgano Run, il tracciato è stato modificato rendendolo un po’ più trail rispetto all’anno passato così informa lo speaker.


Il percorso si presenta subito impegnativo, in più la pioggia che ci accompagnerà, più o meno insistente, per tutta la corsa, rende il terreno scivoloso e mantenere l’equilibrio sarà a volte difficile.
L’ascesa verso Chiusdino, arroccato e silenzioso sul colle, mette tutti alla prova, quest’anno è stato scelto un sentiero nel bosco piuttosto della strada asfaltata. Il percorso attraversa una campagna domata dal lavoro dei contadini; con la pioggia il paesaggio si veste con i colori dell’autunno e i profumi del bosco si fanno più intensi.
Entrare a Chiusdino è come fare un salto indietro nel tempo, il paese conserva ancora antichi selciati come i gradini in travertino che, bianchi e porosi, diventano lucidi sotto la pioggia.
Si fa sosta lì, nel cuore del paese, dove il ristoro allestito permette di fermarsi e di “respirare”quell’aria ancora medievale. Un attimo, e poi giù dalla cima verso i campi ordinati, i vigneti in file perfette, il terreno ormai inzuppato diventa a volte una piscina e ci si riscopre bambini affondando i piedi nelle pozze fangose.
Passando, un contadino spettatore sulla aia di casa, commenta”…eh l’acqua la ci vole!!!!” un modo discreto per dire arrangiatevi!! Avanti ancora, come una fisarmonica, il sentiero si allarga e si restringe fino ad arrivare a quel bosco che corre di lato alla chiesa e che le arriva alle spalle, poi l’ultima salita, l’ultima fatica, infine il traguardo.
Abbiamo tutti terminato la prova, sia chi ha corso la mezza, sia chi ha scelto il percorso più breve; Mario, David e Maurizio sempre velocissimi, Giancarlo e Grazia sono saliti sul podio, bravi come sempre e in più ci siamo qualificati al quinto posto come società, ritirando un premio appetitoso!!!! vedi le foto con Milena, Monica e le foto della Grazia e Giancarlo.



Durante il pasta party abbiamo festeggiato il compleanno di Grazia, brindando tutti insieme e le foto testimoniano l’allegria del momento…….

E poi che dirti, caro Michele, stavolta Monica e Andrea sono arrivati “molto prima” dell’ambulanza……..il mistero s’infittisce come la nebbia che sale dai campi bagnati e avvolge San Galgano!!!! 

Alla prossima.


Angela