Mentre il "GPFPG Pro-Series" sbarca alla Maratona di Lucca, i ragazzi del "GPFPG Classic" sotto un cielo nero, ma clemente, si avviano insieme ai soliti noti della Domenica, alla conquista del Trofeo Le Panche.
Io Parto malissimo: 7 metri secchi e subisco subito una protuberanza del "fantastico" asfalto fiorentino. Il rotuleo sinistro mi fa capire... non mi fa capire! Però è chiaro che consiglia di evitare di chiedere troppo e tutto insieme al signore del piano di sopra, altrimenti le rappresaglie saranno, ovviamente, tante e dolorosissime.
Bene: consci di queste "informazioni", mettiamo la quinta di riposo e andiamo avanti. Dopo un kilometrino di pianura, una secca svolta a destra ci accompagna all'inizio della salita che ci terrà compagnia per ben 6 Km.
Non pareva, ma man mano che si va avanti la salita diventa sempre più dura, tanto che in un primo momento sarei stato anche per tirare giù dallo scooter i ragazzi di toscana TV, tanto mi faceva gola il loro mezzo di locomozione, ma siamo seri, siamo podisti, dobbiamo patire!
Ci ripenso e insieme a Monica, che è con me fin dalla partenza, ci mettiamo a testa bassa e lottiamo contro l'impossibile fino a che, dopo qualche kilometro, l'inclinazione si allenta un po' e alzando la testa sorprendentemente ci ritroviamo alle spalle di Milena e Luciano.
Saluti di rito, incitazioni a palla e poi di nuovo divisi: Loro giù a sinistra in picchiata per la 7Km, noi (sigh...) a destra in salita per la 13,5Km. nel frattempo uno splendente (e velocissimo) Maurizio saluta, ci passa e sparisce nei meandri degli avversari più avanti.
Si continua a salire e la questione da dura diventa durissima, non è facile resistere: evitare di mollare la cinghia e non ascoltare gli appelli al timeout disperati dei quadricipiti in difficoltà diventa l'imperativo, ma facendo leva l'uno sull'altro io e Monica riusciamo a raccontarci un sacco di scuse e bugie sulla nostra condizione che hanno l'unico scopo di anestetizzarci alla fatica, per portarci, finalmente, al traguardo di Cercina.
Traguardo che alla fine arriva davvero e fra i tanti stupiti fedeli che usciti dalla messa, trovano un ansimante popolo multicolorato che sorseggia, rutteggia e sputacchia davanti alla loro bellissima chiesetta, ci buttiamo giù per la discesa.
Discesa che lascia il tempo che trova, le gambe che sembrano (ovvio: sembrano!) tornate nuove, ci fanno macinare kilometri a ritmo trionfale per un bel po', con un solo momento di empasse dovuto ad un ingorgo (ebbene si, un ingorgo!!) che artistici cittadini fiorentini erano incredibilmente riusciti a creare quasi in fondo alla discesa, roba incredibile, neanche i tre fenomeni di amici miei riuscirono a creare un intarsio del genere invia dei Renai ai tempi. E loro lo facevano apposta!! Si diceva? Ah, si... dunque: slalom fra gli ingorgati, curva secca a sinistra e poi la triste realtà, le gambe non erano resuscitate! Ci pensa il risciacquo sul fiume a ricordarmelo: il cambio di inclinazione mi pianta lì, come un bischero. Dribblo la sorte, spalanco il sorriso e saluto Luigi ostentando una fintissima forma smagliante. Un po' di salitella e si riscende di nuovo, si inizia a sentire l'odore dell'arrivo. Svolta a destra per il ponte nuovo, manciata di palle davanti alle cappelle del commiato di Careggi e poi giù verso il traguardo, ma tranquillini, c'è da risparmiare energia per un'apparizione gloriosa sull'arrivo. Altre due o tre curve, questo ci separa dal mega cronomentro che sul mio arrivo segna 1.27.00, ma ne sono certo, l'avevano truccato per farmi uno scherzo, ci ho messo sicuramente di meno...
Discesa che lascia il tempo che trova, le gambe che sembrano (ovvio: sembrano!) tornate nuove, ci fanno macinare kilometri a ritmo trionfale per un bel po', con un solo momento di empasse dovuto ad un ingorgo (ebbene si, un ingorgo!!) che artistici cittadini fiorentini erano incredibilmente riusciti a creare quasi in fondo alla discesa, roba incredibile, neanche i tre fenomeni di amici miei riuscirono a creare un intarsio del genere invia dei Renai ai tempi. E loro lo facevano apposta!! Si diceva? Ah, si... dunque: slalom fra gli ingorgati, curva secca a sinistra e poi la triste realtà, le gambe non erano resuscitate! Ci pensa il risciacquo sul fiume a ricordarmelo: il cambio di inclinazione mi pianta lì, come un bischero. Dribblo la sorte, spalanco il sorriso e saluto Luigi ostentando una fintissima forma smagliante. Un po' di salitella e si riscende di nuovo, si inizia a sentire l'odore dell'arrivo. Svolta a destra per il ponte nuovo, manciata di palle davanti alle cappelle del commiato di Careggi e poi giù verso il traguardo, ma tranquillini, c'è da risparmiare energia per un'apparizione gloriosa sull'arrivo. Altre due o tre curve, questo ci separa dal mega cronomentro che sul mio arrivo segna 1.27.00, ma ne sono certo, l'avevano truccato per farmi uno scherzo, ci ho messo sicuramente di meno...
Michele