domenica 29 maggio 2016

Passatore 2016: la fotocronaca

Anche quest'anno alcuni dei nostri atleti raggiunto Faenza. Chi invece non ha tentato l'impresa, ha fatto il tifoso.
Ecco la fotocronaca della giornata, direttamente da whatsapp.

Pistolesi in versione "bencistà"
All'attacco dell'ultima rampa per Fiesole
Una splendida giornata calda
Pasquini agli ultimi metri dell'Olmo

Il famoso curvone "Bencistà"

I fans Dell'Olmo

I fans di Bencistà
L'arrivo di Pasquini a Faenza
Un sofferto Pistolesi all'arrivo

40 anni di podismo a Grassina con la Fratellanza Popolare


Lettera di formazione gruppo
Correva l'anno 1976.
Un anno dopo la fondazione della Fratellanza Popolare, esattamente il 25 marzo, un gruppo di soci chiedeva al Consiglio il permesso di formare un gruppo podistico con l'intento di creare (Cit.) "una forma di richiamo per giovani e meno giovani dando modo a chi frequenta di rendersi conto di quanto sia utile e necessaria l'opera di volontariato".
Passò un anno da quel giorno, passato a organizzare una struttura e a fare le prime gare. Fu un periodo molto proficuo, perché oltre ad avvicinare tante persone alla corsa, il gruppo riuscì a stringersi intorno anche chi non correva, ma magari camminava, andando a sviluppare anche un certo spirito di condivisione e Fratellanza.
Fu a quel punto che si sentì la necessità di realizzare un qualcosa in più. Un qualcosa che rappresentasse il gruppo e che lo rendesse più visibile.
Si pensò così ad una competizione nel territorio, che in quel momento non aveva nessun gruppo podistico.



Prime uscite con la muta FPG
1985, Al Passatore


Maratona del Chianti




1999, NYC Marathon
Nacque così, la prima corsa del Gruppo Podistico, dedicata alla memoria di Benito Sasi, grassinese e fondatore della UISP, che era ai tempi da poco scomparso.
Si trattava di un percorso competitivo di circa 17Km, che partiva da uno dei due circoli del paese ed arrivava nell'altro. Seguiranno in maniera ininterrotta altre edizioni della manifestazione, che arriveranno fino ai giorni di oggi, con un percorso competitivo variato negli anni, ma comunque simile all'originale.
Mentre gli atleti del gruppo si distinguevano correndo nelle gare più o meno blasonate in tutti gli angoli del mondo, il gruppo si distingueva anche per opere di solidarietà, tra le quali si ricorda una staffetta di 12 ore per la raccolta di denaro volta all'acquisto di un'auto attrezzata per una ragazza disabile del nostro Comune, oppure anche a manifestazioni come la staffetta della pace e dell'amicizia Firenze-Parigi in collaborazione con i gruppi delle case di San Romolo, della Fonte e il supporto del Comune di Bagno a Ripoli.
Agli albori degli anni '90, con l'avvio del progetto "Europa unita",  le iniziative di solidarietà prendono un respiro ancora più internazionale.
Tra le altre si ricorda la staffetta Firenze-Bruxelles, corsa insieme a podisti internazionali, oppure la Roma-Firenze per promuovere il pensiero europeo.


2012, "caricentro":In gruppo al via.
2014, Trofeo Pieroni - Staffetta in pista
1985, Firenze - Plessis Robinson



1992, Gli staffettisti per Bruxelles in pausa a Saronno
 Con l'arrivo degli anni 2000, in un periodo di calma, l'insospettabile rinascita: forte della situazione contingente di un podismo amatoriale in rinascita a livello mondiale, il gruppo cresce il suo vivaio di atleti di anno in anno, ingrandendosi fino ad organizzare ulteriori manifestazioni, tra le quali si ricordano gare sia competitive che non competitive di pregio. Gare basate su nuove discipline podistiche, come il Trail running tra le quali si ricorda il Trail di Fontesanta, il primo trail nell'area di Firenze, oppure manifestazioni di promozione del podismo, come la gara per i bambini organizzata tutti gli anni all'interno della annuale "Festa dello Sport"  del Comune di Bagno a Ripoli.
E così arriviamo ai giorni nostri: dopo 40 anni il Gruppo Podistico Fratellanza Popolare, rimane ancora una organizzazione giovane e vibrante formata, ad oggi, da circa 70 persone fra atleti, camminatori , semplici collaboratori e aggregati familiari, spesso presenti anche nel volontariato attivo della Fratellanza Popolare.
Proprio come volevano quei Soci che scrissero la lettera in foto nel 1976.....





Foto: Mario Del Lungo, Luigi Cellini, Fiorenzo Longinotti, archivio Gruppo Podistico Fratellanza Popolare di Grassina.
Testo: Mario Del Lungo, Luigi Cellini.

mercoledì 25 maggio 2016

Trofeo podisti Calenzano: La fotocronaca

Mentre gran parte del gruppo lavorava al Borbotto, gli stradisti  affrontavano il 39° trofeo podisti di Calenzano, portando a casa peraltro un 26° e un 93° posto assoluto per Giorgetti e Perrino rispettivamente.




lunedì 23 maggio 2016

Perché il Babbo è sempre il Babbo, anche se non arriva primo...


L'aria è ancora fresca la mattina alle 6.20. Guardo il parcheggio e vedo i camper nel silenzio.
Penso ai ragazzi là dentro, che stanno dormendo, son lì che sognano di correre veloci come il vento "volando" su tappeti di foglie, circondati dal bosco.
"Oh! Icché tu pensi?" Giancarlo, nel silenzio, mi sorprende da dietro, "Nulla, nulla... te dove vai?".
"Son stato a controllare il percorso. Tutto ok!". Mah... riguardo l'orologio, son le 6.20... riMah!!
Alzo la testa, vedo il Falterona, che mi guarda... No ciccio, purtroppo io oggi non corro faccio... faccio quello che attende gli atleti al traguardo!! Che mestiere ingrato, per me che vorrei provare le forti emozioni di un trail massiccio come il "Borbotto". O che ci sarà di bello a stare ad aspettare sotto un gonfiabile?
10.40 circa: Sorridente e agile come una gazzella, eccoti arrivare il primo della 18km... via con la foto!
Lo "placca" Tiziano per un'intervista a caldo... Tutto contento dice che se l'è camminata quasi tutta, che aveva un infortunio... e meno male!! Ha seminato tutti!! Forti 'sti giovani!!
Butto l'occhio sulla sinistra c'è una bambina che gioca con il cane della Dina, è lì con la Mamma, chissà che noia aspettare...
Arriva da lontano una ragazza dagli occhi sorridenti, si chiama Novella è la vincitrice nella 18Km femminile. Contenta, si ma ancor più contenta quando vede arrivare il compagno non troppo dopo di lei. Bacio e abbraccio di rito. Adesso i suoi occhi ridono ancora di più.
Passa ancora il tempo, sento piangere un canino dietro di me, guardo la padrona: "non ce la fa più, aspetta il suo padrone da troppo, sa che viene da là...." e mi indica la montagna.
Inizia ad arrivare il "grosso" e il traffico aumenta sotto l'arco, due atleti arrivano distanziati di una ventina di metri,  belli in tiro: taglia il primo, taglia il secondo, il primo torna indietro, si battono il cinque si abbracciano e vanno al ristoro. Bello però quando le sfide finiscono così...
Ne arrivano altri due attaccati: tirano come matti, tagliano il traguardo e li sento commentare alle spalle: "boia che volata s'è fatto!! mi son divertito un sacco..."
Arriva anche il padrone del barboncino che piangeva, va dritto da lui e insieme alla compagna si incamminano felici verso il ristoro.
Mi giro: arriva una atleta scalzo, volto sofferente. Tira dritto e casca giù come una pera, i muscoli non ce la fanno più, oltretutto a causa di una caduta è dolorante, lo aiutiamo alla meglio a rimettersi in piedi....
Arriva anche il primo della 33. Anche lui agile, pare sia andato a fare la spesa alla coop.... Nel frattempo sotto la linea del traguardo inizia, il "Petreni quiz", è prima, non è prima.. chi l'ha vista all'ultimo controllo chi dice che è passata al cimitero (nel senso del sentiero vicino al Cimitero, per l'amor Diddio!!!) da 40 minuti, ma non arriva... o dove sarà, o che farà... agitazione totale!!
Anche il suo bellissimo canone è snervato sulla linea del traguardo, fino a che sorridente come sempre, la Giulia si presenta (come  previsto: prima...) sul traguardo e giù applausi!! Cane in tripudio e fuori controllo,  nel frattempo atleti su atleti pervengono sul traguardo con le loro storie sulle facce e sulla gambe... Che caos!! Quante storie tutte diverse che si incrociano in un traguardo!!
Finalmente torna un po' di calma e mi ricasca l'occhio sulla bambina.
E' ancora lì, cerca nei metri prima dell'arrivo tenendo una nostra bandierina in mano, sempre più seria... nel frattempo arrivano  anche gli amici della "Nave" sorridenti, tutti per mano, con la Monia che , al solito, saltella come una cavalletta. E giù ri-applausi!
Poi... poi... vedo arrivare un atleta che in prossimità della linea del traguardo, rallenta, rallenta sempre di più, poi gira a sinistra e si piega in basso. Giro l'occhio e vedo il volto della Bambina illuminarsi, salta in piedi e insieme al Babbo tornano indietro per rifare l'arrivo insieme, con il benestare dei Giudici e di tutta l'organizzazione.
Passa il tempo, passa tanto tempo, arrivo alla fine della giornata e mi ritrovo qui davanti al  PC a pensare a stamani quando pensavo (?!?!?): "che peccato non correrla, chissà che emozioni mi perdo...". E invece... invece non pensavo che anche stando sulla linea del traguardo si potessero provare così tante bellissime emozioni. 

Grazie a tutti Atleti, ci avete fatto fare una bellissima gara anche voi a noi dell'organizzazione!!

domenica 15 maggio 2016

...Però noi a Grassina, i mulini si costruiscono in posti più accessibili!

Belli (e ancora puliti...) come il sole.
Un grazione a Giuseppe che ha tappato il vuoto di un disperso Frezza...


"No guarda, io ci ho dato un occhio. Sono i primi 2km di salita, poi l'è tutto un mangia e bevi..."

Ecco: Questo mi rimbalzava nella testa, mentre dopo aver passato i primi 2km di salita, peraltro neanche troppo arrabbiata, iniziavo dopo aver salutato Sabrina e Fabrizio (grandissimi: partiti per 4km, fatti 14!!) un qualcosa che era una via di mezzo fra il Pordoi e una ferrata di 5°grado. O che altimetria avrà guardato ieri sera Valdemaro? Mah...
Dice che corre con noi... O parte prima, o va come
le bombe. Io non l'ho mai visto!! Roberrrto Miniati!!!
Davanti a me, ormai "compagna di sofferenza" ricorrente, la Rossana che tiene compagnia ad altre anime perse ed arrancanti. Siamo alle ultime "curve" e in terra vedo una citazione dell'inferno di Dante. Penso che  potrebbe essere l'ultima cosa che vedo, vista la situazione cardio/polmonare, son quasi per pensare di strapparlo per l'epitaffio sulla mia tomba quando qualcosa mi dice di lottare ancora e così arrampicando a mano (giuro!!) facciamo gli ultimi 200 metri dove da una piazzola si vede un paesaggio splendido di.... di... boh! Ero talmente scosso ed esausto, che chissà che posto era!
Nel frattempo un signore e una signora in gara, si fanno una foto ricordo proprio vicino allo strapiombo, lodando il panorama. Son tentato di spingerli di sotto, ma carità cristiana mi ferma e riparto.
Vanno... non c'è verso di riprenderli!!
Si inizia a scendere, rimetto la carcassa in ordine e trovo pure il ritmo buono. Anche Stefano lo trova, anzi, scende giù alla grande, mi accodo e "seminiamo" momentaneamente Rossana che scende più guardinga. 
I nostri camminatori rapidi ...e resistenti!!
Si scende ancora e in single track si fa il trenino, (ma nessuno faceva: pe peee-pe pe pe peeee!!) sento pressione da chi è dietro, cerco di metterlo in condizione di passare e nello stare troppo attento alle traiettorie, ma non al terreno, aggancio una radice che mi  mette a pelle di leone su una "splendida" pozza di mota. Niente di grave, riparto e mi rimetto in coda. "Roncerò" un'altra volta nella discesa (ma lì non mi ha visto nessuno, eh eh eh!!) fino ad arrivare un po' malconcio al ristoro.
Il "trenino degli ultimi" è ancora compatto: Frezza in fuga, Mannucci, Olimpi e Ronconi inseguono.
Si scende: Stefano mette la quinta e si attacca a Valdemaro, io più dietro tento di tenerli, ma quando la discesa aumenta decido di risparmiare, il salitone mi ha messo a dura prova e poco mi fido dei miei ginocchi. Anche Rossana cede un po' e non la vedo più alle spalle.
"Da dove vù venite?" chiede un signore nel bosco: "un lo so..." gli rispondo. Ripeterà la domanda 4/5 volte finché poi gli ho risposto "a modino". Non mollerà comunque la cinghia, interrogando tutti quelli dietro a me. Trabocchetto con test psicologico dell'organizzazione? Chissà... ma se avevo un po' di fiato in più, c'era un pensionato col cappello in meno da oggi...
Secondo ristoro: 3Km dalla fine. In verità non ci sarebbe stato un secondo ristoro, ma ne approfitto e grazie alla pietà umana del Presidente del "ponte" e della Laura che erano lì di servizio, recupero un "pieno" per gli ultimi sforzi.
Ultimi 3km duri perché ero finito, ma bellissimi. La discesa bella morbida nel campo, con un panorama stupendo, l'attraversamento del fiume al Mulinaccio (finalmente!! Pensavo fosse una trovata per attirarci...) uno scampolo di salita e poi l'ultima discesa che mi porta alla fine della gara. 
Segue l'attraversamento della statale circondato dai volontari dell'Humanitas si Scandicci e poi un bel respirone per gli ultimi 100 metri, dove la rassicurante voce di Tiziano annuncia il mio arrivo sul traguardo. E' fatta! Anche questa...




L'arrivo di Stefano e il "segreto" della Resurrezione nella seconda
parte di gara, poi scoperto negli spogliatoi...
Tutte la foto di questa settimana: © Sabrina Giovannini

domenica 8 maggio 2016

Da piazza a piazza 2016: La fotocronaca

Direttamente dallo smartphone di Milena, una photostory della "da piazza a piazza" di oggi.

Felici alla Partenza
















Il primo punto di ritrovo, dove la Mony ha aspettato per oltre un'ora...



la prima croce dove qualcuno (chissà chi...)
dice di aver avuto visioni mistiche











La CDF sul tetto del mondo

Prao (o Plato, che dir si voglia...) vista dal Paradiso.

























L'arrivo fuori tempo massimo.
Stavano già sgonfiando il pallone e smontando l'obiettivo...

Guarda San Polo. La "scarpinata fra i giaggioli"

Primi nella classifica a squadre: Luciano riscuote!!

Appoggiato a un albero: questo il mio fine corsa.  Mai mi era successo, di rimanere a "benzina zero", ma è successo.
Eppure... non ero partito poi così male. "Parata" con un paio di svolte per San Polo, la salitella su alla chiesa e poi via di nuovo sulla statale.
Controllo il passo, so che la salita deve arrivare e ce ne sarà tanta. Entriamo nella vecchia strada di Poggio alla Croce e poi via a sinistra sullo sterrato. Direzione podere la Novella.
Si sale: mentre gli altri si involano per la salita, io con Stefano a fianco e la Rossana poco più avanti arranco, qualcosa non va nel mio stomaco, bisogna sopportare.
A mezza salita mi passa il quad dell'assistenza sanitaria: Beppe mi guarda, mi chiede se è tutto ok, rispondo di sì, ma si vede che non ho una gran faccia...
In cima alla salita trovo Luciano che cerca l'incrocio dei 5km. Gli dico di seguirmi, fra poco inizia la discesa dove alla fine troverà la deviazione.
Ed è proprio nella discesa che sparisce il mal di stomaco. "Volando" fra splendidi campi di giaggioli, recupero un bel po' di posizioni. Non che sia un discesista, ma le scarpe da trail aiutano a scendere sicuri e noto che tanta gente invece sta correndo con scarpe normali.
Arrivo alla base della collina che ne ho messi dietro 4 o 5 e mi sono messo di nuovo alle spalle di Rossana, che nel frattempo mi aveva mollato un 200 metrucci.
Si gira su un fossetto, due ragazze della pubblica assistenza mi salutano, "Tu fai servizio a Grassina!!". Son soddisfazioni anche queste... Però ora si sale Monte Muro e come si intuisce dal nome, la vicenda si fa triste, la strada è durissima e ripidissima, si cammina tanto. Nel frattempo passo Luigi, leggermente in ritardo per un errore di percorso.
Mi attacco a un gruppo e passo così la semi sabbiosa e umida salita di monte Muro, fino all'incrocio di Panzalla dove troviamo il ristoro. Un po' troppo tardi, mi sento già sgonfio.
Riparto col motore al minimo: destinazione Montemasso. Ormai il percorso difficile è passato, ma come si suol dire, le banane son finite e bisogna risparmiare. Corro, cammino, corricchio, finchè il terreno è "mangia e bevi". La Rossana vola via.
Di nuovo Beppe col quad: "tutto ok?" "tutto ok!". Ero fermo, ma solo per un calzino che ha fatto ritrosa, me ne sono accorto tardi. Beh! almeno ho scoperto perché mi faceva male il piede!!
 "volo" la discesa di Poggio al Mandorlo e rimetto dietro due o tre persone, ma mi "pianto" sulla salita di Montemasso dove arrivo sfatto.
 Poco male, adesso c'è solo da rotolare a valle: più facile a dirsi che a farsi. Seguiranno 3 Km a ritmo blando, impegnato più che altro a non cadere perché i muscoli non ci sono più, inizia una forte sensazione di fame e successivamente un freddo belva con una sensazione di debolezza spaventosa. Probabilmente sto andando in crisi ipoglicemica. Devo gestire.
Manca solo un km, ormai non corro più neanche in pianura, tento di gestire alla meglio. 
All'ultimo incrocio i ragazzi della Pubblica assistenza di San Polo mi fanno il tifo: vedo il gonfiabile dell'arrivo in distanza, decido di ricominciare a correre anche solo per arrivare al traguardo "con dignità".
Arrivo, saluto tutti, come al solito già lavati e docciati... consegno il cartellino e cerco il ristoro, metto qualcosa in bocca e poi eccomi qua: appoggiato ad un albero...

giovedì 5 maggio 2016

Mezza Maratona di Pontassieve: Le foto

Mentre i "vecchi ruspanti" lottavano sulle cime del crinale aretino, dalla parte opposta, proprio ai piedi del Casentino, gli "asfaltisti competitivi" Giorgetti e Pasquini affrontavano la Mezza Maratona di Pontassieve, portando a casa un 56° assoluto e un 172° assoluto rispettivamente.
A loro sono dedicate queste foto.





domenica 1 maggio 2016

La mia prima trail: 8km... ma duri come 21!!

Quelli delle 6.30 alla Redi...

Levataccia oggi, (ma giuro è l'ultima, eh!) per andare a correre per i borghi di Michelangelo e San Francesco (non lo sapevate eh, che erano podisti anche loro...allora sapevatelo!!) una 21 Km trail.
Una oretta e mezza di macchina e... oppalàààà! Tutti pronti insieme ai propri simili, bardati come militari che partono per il golfo.
Scarpe con tasselli da fare invidia a un ferramenta, suole rigide come panche, calze a compressione controllata in etniche fibre di ultima generazione. E sopratutto: il camelbak da 5litri, con inserito nelle "cariatidi": cellulare, telo argentato di sopravvivenza, mottini di qualsiasi tipo, bombe fantozziane e sopratutto fischietto modello: "salvamimisonperso".
Chiaramente, scontatamente: prima di categoria!

Io? Vabbè, per me è la prima trail, solo 8km: circuito corto. Solo scarpe da trail e tenuta d'ordinanza leggermente invernizzata, visto l'umido e il freddo.
Si parte! E si parte malissimo!! Nei i borghi strettissimi non si riesce a sviluppare il passo, c'è muschio e le suola rigide benché tassellate non aiutano: si slitta. Va gestita la coppia motrice: passo felpato e motore al minimo....
Quello del: "Oggi vo piano..." 1° di gruppo!!
Si esce dal paese, si imbocca un tratturo in salita. Agile, mi metto sul mio ritmo, divido per due e penso solo a respirare e a divertirmi. Gli altri davanti volano.
Rispiana: iniziano i problemi, tanta tanta mota!! Faccio appello ai tasselli delle mie fide scarpe da trail e faccio il primo sorpasso: Metto dietro il Francioni, che sbandando pericolosamente si confessa: è partito con le scarpe da calcetto. La tassellatura non è sufficiente e la suola troppo morbida. Penso: "...La potenza è nulla senza il controllo..." e inizio a puntare la sua Monichina...
Si sale, la mota aumenta, i "vikinghi" passati prima hanno scavato il terreno, ci vuole attenzione.
Si cammina veloce e si cerca il punto buono per attaccare la salita, che scopro essere in quello che pare il punto più sbagliato: un rivolo d'acqua. L'acqua pulendo il fondo lascia scoperti i sassi su cui attacco bene. Decido di correre nell'acqua.
Con questo sistema, e non lesinando sullo sforzo, stacco la Monica e "aggancio" Steve e la Rossana.
Proprio poco prima del primo crinale, su un fondo colloso e mezzo, mi impegno al massimo, tento di correre il più possibile e li metto dietro.
Una grande gara merita di sicuro un grande ristoro...
ma non sarà un pochino troppo?
La Rossana: "accipicchia come tu vai!!" e io "O Rossana, ma io ho una prospettiva di 8km, mica di 21 come voi? Vai, vai che andate bene!!". Mai frase fu più sbagliata e antiprofetica miei cari lettori...
Segue un kilometruzzo andante pieno di pozze, di mota e tranelli vari, che mi sbologno con non poco sforzo, ma bene e arrivo al primo ristoro.
"Manca molto al bivio per la 8?".  "Poco più avanti! vai tranquillo!!"
Io sono andato avanti tranquillo, e dopo averlo chiesto quelle 5/6 volte ho guardato il Garmin e ho capito: 10Km... Sbagliato io? Sbagliato loro? Chissà... bisogna arrivare a 21. Panicooooo!!!
Mollo il ritmo, Rossana e Stefano mi riagganciano, "piango" per un po'. Poi chiudo la bocca e lotto.
Freddo. Un freddo bestia, sotto il bosco del santuario. Non c'ero preparato, i vestiti son poco, l'unica è impegnarsi per sviluppare calore. Ancora ci riesco e poi successivamente trovo la parte più "facile": 3 o 4km di discesa che mi portano poi ai 15Km.
Rossana e Stefano continuano a sopportarmi/supportarmi. E così si arriva all'ultimo ristoro: dove "confesso" di essermi perso, di non avere bicchiere, viveri, insomma: nullatenente!! E i ristoratori, pietosi,  mi daranno da bere l'acqua rovesciandola sulle mani, successivamente berrò due volte prendendola direttamente da due fiumiciattoli.
Si arriva all'ultima salita: non difficile, ma dura, perché ormai son finito. La arranco in qualche modo fino a che non rimane che l'ultima discesa.
4Km ritti, duri, con tutto. Sassi, mota, erba, inclinazioni folli, curve in contropendenza....
"stracollerò" per ben tre volte con il piede sinistro, la muscolatura non è più in grado di reagire a sforzi repentini, aumento l'attenzione, ma non mollo. Ormai il "puzzo" del traguardo è lì a poche migliaia di metri. E alla fine il traguardo arriva: scortato da Stefano e la Rossana, mi presento esausto e sudicio davanti al display che segna 3h22m18s.
Felice ed esausto, guardo lo speaker e gli dico: "scusa, il bivio per la corta?".


Bonus photo per il nostro "Ario" e i suoi trapattoniani discorsi possibili su whatsapp