domenica 8 maggio 2016

Guarda San Polo. La "scarpinata fra i giaggioli"

Primi nella classifica a squadre: Luciano riscuote!!

Appoggiato a un albero: questo il mio fine corsa.  Mai mi era successo, di rimanere a "benzina zero", ma è successo.
Eppure... non ero partito poi così male. "Parata" con un paio di svolte per San Polo, la salitella su alla chiesa e poi via di nuovo sulla statale.
Controllo il passo, so che la salita deve arrivare e ce ne sarà tanta. Entriamo nella vecchia strada di Poggio alla Croce e poi via a sinistra sullo sterrato. Direzione podere la Novella.
Si sale: mentre gli altri si involano per la salita, io con Stefano a fianco e la Rossana poco più avanti arranco, qualcosa non va nel mio stomaco, bisogna sopportare.
A mezza salita mi passa il quad dell'assistenza sanitaria: Beppe mi guarda, mi chiede se è tutto ok, rispondo di sì, ma si vede che non ho una gran faccia...
In cima alla salita trovo Luciano che cerca l'incrocio dei 5km. Gli dico di seguirmi, fra poco inizia la discesa dove alla fine troverà la deviazione.
Ed è proprio nella discesa che sparisce il mal di stomaco. "Volando" fra splendidi campi di giaggioli, recupero un bel po' di posizioni. Non che sia un discesista, ma le scarpe da trail aiutano a scendere sicuri e noto che tanta gente invece sta correndo con scarpe normali.
Arrivo alla base della collina che ne ho messi dietro 4 o 5 e mi sono messo di nuovo alle spalle di Rossana, che nel frattempo mi aveva mollato un 200 metrucci.
Si gira su un fossetto, due ragazze della pubblica assistenza mi salutano, "Tu fai servizio a Grassina!!". Son soddisfazioni anche queste... Però ora si sale Monte Muro e come si intuisce dal nome, la vicenda si fa triste, la strada è durissima e ripidissima, si cammina tanto. Nel frattempo passo Luigi, leggermente in ritardo per un errore di percorso.
Mi attacco a un gruppo e passo così la semi sabbiosa e umida salita di monte Muro, fino all'incrocio di Panzalla dove troviamo il ristoro. Un po' troppo tardi, mi sento già sgonfio.
Riparto col motore al minimo: destinazione Montemasso. Ormai il percorso difficile è passato, ma come si suol dire, le banane son finite e bisogna risparmiare. Corro, cammino, corricchio, finchè il terreno è "mangia e bevi". La Rossana vola via.
Di nuovo Beppe col quad: "tutto ok?" "tutto ok!". Ero fermo, ma solo per un calzino che ha fatto ritrosa, me ne sono accorto tardi. Beh! almeno ho scoperto perché mi faceva male il piede!!
 "volo" la discesa di Poggio al Mandorlo e rimetto dietro due o tre persone, ma mi "pianto" sulla salita di Montemasso dove arrivo sfatto.
 Poco male, adesso c'è solo da rotolare a valle: più facile a dirsi che a farsi. Seguiranno 3 Km a ritmo blando, impegnato più che altro a non cadere perché i muscoli non ci sono più, inizia una forte sensazione di fame e successivamente un freddo belva con una sensazione di debolezza spaventosa. Probabilmente sto andando in crisi ipoglicemica. Devo gestire.
Manca solo un km, ormai non corro più neanche in pianura, tento di gestire alla meglio. 
All'ultimo incrocio i ragazzi della Pubblica assistenza di San Polo mi fanno il tifo: vedo il gonfiabile dell'arrivo in distanza, decido di ricominciare a correre anche solo per arrivare al traguardo "con dignità".
Arrivo, saluto tutti, come al solito già lavati e docciati... consegno il cartellino e cerco il ristoro, metto qualcosa in bocca e poi eccomi qua: appoggiato ad un albero...

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