FurioMorto. Ma vivo.
E iI post potrebbe finire qui anche se, per dovere di cronaca, vi racconterò qualcosa di ciò che è successo nelle retrovie.
Sono partito veloce perché non volevo rimanere intruppato dai lenti nei sentieri single track. È bastato qualche km per capire che quello lento ero io e che mi stavo intruppando da solo.
La mia prestazione ha subito il crollo fatale verso l'ottavo km, alla postazione di Giovanni, quando, al termine di una pettatina ci si buttava giù a destra in un discesone terroso: lì mi sono ritrovato con due tronchi al posto dei quadricipiti e ho capito che sarei arrivato al traguardo solo al termine di una fatica inaudita. O di un deciso taglio di percorso.
Ho fatto una ricca seconda colazione al ristoro da Valdemaro, attardandomi indeciso se tornare alla Casina infilando il percorso corto o sfidare l'ignoto.
Vada per il lungo e via sulla maremmana. La salita assolata che porta alla Casa del Monte ha sterminato i più e sfilacciato gli altri, uno che correva io non l'ho visto. In cima, secondo ristoro dalla Cecilia e Gino, ho pranzato proprio, con mezzo casco di banane, uva passa a profusione, e coca cola a fiumi.
Qui son ripartito con la Hodan, la gazzella nera numero 87 e abbiamo percorso assieme l'anello TERRIFICANTE che riportava al ristoro. Ci siamo fatti coraggio a vicenda, io l'ho guidata per la discesa e lei mi ha seminato in salita. Al terzo ristoro me la son proprio goduta e gnene ho data di apericena: prosecchino, noccioline, sfiziosi panini al latte porchettati, verdure gratin, coppe di gelato crema e pistacchio, sangrìa e ogni altra prelibatezza in cui il mio stato allucinato è riuscito a trasformare gli spicchi d'arancia e la crostata.
Ultimi km da solo in preda alle capre e, in misura più fastidiosa, ai crampi. Ho dovuto stirare il polpaccio prima di scollinare dove al balzello stava Andrea (Giacomelli) pronto a "punirti" con lo scatto di te che stramazzi a terra.
Poi finalmente il traguardo, no che non ho sprintato ma l'ho baciata quella mia terra natia che tante gioie mi ha dato, potevo ben perdonarla per 2 misere ore e 40 di sofferenza.
Alla corsa avevo trascinato un mio amico, Tiziano, il quale per non umiliarmi, ieri aveva fatto una sgambatina di 17 km. Ma già al settimo km mi ha seminato andando incontro a un rimarchevole successo personale. Speriamo di poterlo acquistare al prossimo mercato di gennaio, visto che è pure svincolato. Quando sono arrivato lui era docciato, stretchato, rifocillato e anche un filo carognato visto che mi è venuto incontro con un premuroso "pensavo un tunn'arrivassi più!".
Ah, il bilancio della mia seconda metà gara si è chiuso con un saldo negativo: da 5 superato e solo 2 superati, e considerando che questi 2 erano l'Angela e Gigi, e che erano fermi ai bivi a dire "Di qua!", capite come stavo messo.
Avrei potuto fare meglio? Giancarlo dice di sì e difatti sta trattando la mia cessione alla Nave. Io non lo so, obiettivamente, era caldo, c'ho un'età e avevo ingurgitato un considerevole numero di salsicce nella ricca cena pregara. Cena che tocca il suo apice quando si scopre che il sospetto piriforme che assillava Stefano, altro non era che un jack da cuffie inopinatamente dimenticato nella tasca posteriore dei jeans. Vaìa vaìa.
Non li cito tutti quelli che hanno fatto il lavoro oscuro, sennò che lavoro oscuro sarebbe?, però l'hanno fatto e l'hanno fatto bene, nel bosco, come in cucina, come ai tavoli. Il mio grazie è quello di tutti i corridori che ho sentito estasiati dallo splendido percorso e dalla qualità dell'organizzazione (in realtà i più sacramentavano, sarà stato per la Fonte, Santa). E quei tre che si sono persi, nessun problema, si recuperano l'anno prossimo.
Quest'altra domenica comunque vado all'Ikea.
L'ultimo pensiero di questo post, ma in realtà il primo di tutti noi, va a Tiziana. La sfortuna sembra l'abbia presa di mira ma ella (la sfortuna) non lo sa mica con chi ha a che fare!
Tosta in corsa e più tosta ancora per superare questo frangente negativo: Forza Tiziana, ti vogliamo presto con noi e per Fontesanta stai tranquilla, questi pazzi la rifanno di sicuro anche nel 2015.
Il podismo è anche uno stile di vita, non soltanto una disciplina sportiva: il correre rappresenta una crescita interiore, un misurarsi con se stessi, tornare a casa stanchi ma consapevoli di aver raggiunto un obiettivo, avere dentro lo spirito gioioso del faticare. Con questo blog intendiamo avvicinare le persone al nostro sport o al nostro gruppo, certi che chiunque lo farà, non avrà sicuramente modo di pentirsene.
domenica 8 giugno 2014
"TRAIL dire e il fare c'è di mezzo Fontesanta" by Furio
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Furio sei un mito,ogni volta che leggo i tuoi post mi fai scampisciare dalle risate. Alla prossima.
RispondiEliminaGrazia
Non ci credo che ti sei mangiato tutta quella roba e sei arrivato al traguardo, ma che hai al posto dello stomaco?
RispondiEliminaFurio, nel 2015 corriamo insieme e non ti permetterò di ingurgitare tutto quello k hai mangiato ai ristori, si deve stare leggeri. A presto. Tiziana
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