mercoledì 21 maggio 2014

"Aria Sana Montisoni" by Furio


“Aria Sana Montisoni è la squadra dei campioni”, questo si cantava da ragazzi all’Antella quando di giugno c’era il mitico torneo amatoriale notturno di calcio a 11 (anche perché altri “calci” all’epoca non ce n’erano).
Ma la squadra dei campioni, stasera, è stato il nostro Gruppo Podistico che, con il supporto non da poco dell’aria sana di Montisoni, si è preso la soddisfazione di organizzare una corsa serale ricca di fascino e apprezzata davvero da tutti. Tranne forse da quelli che sono ancora al circolo ad aspettare la prosciutto e funghi (e son finiti i funghi!).
Quasi tutti di servizio e Giancarlo detto Il Magnanimo mi fa “Vai pure a correre te, vai, che siamo coperti in tutte le postazioni”. E no che non ero venuto preparato, ero imballato, digiuno da diversi minuti e soprattutto avevo il mocassino marrone della divisa classica da “sto al bivio colla bandierina e dico "DI LA’ ".
Precisiamolo, il martedì a correre non ci sono quelli della domenica. La domenica può capitare quello più rotondetto, quello fuori forma, quello che fuma un pacchetto di Camel al giorno, quello che viene solo per aspettare l’ora della partita e quello che “pur di non andare all’Ikea”, ma il martedì no, il martedì son tutti tirati e asciutti come marocchini. Il martedì si corre da professionisti e il rischio di arrivare colla misericordia alle spalle è altissimo.
Alle iscrizioni le nostre ragazze, belle, efficienti e in posizione decisamente strategica: da lì possono ammirare l’area dello spogliatoio maschile a cielo aperto, fitta di polpacci, di cagi ascellari, di glutei e toraci pelosi anziché no.
Mi cambio, ma serve a poco, tutti quelli della società che sono in corsa mi vanno via nel giro di un chilometro o due; loro già stanno alla Pescaia del Fico che io ancora sono al cimitero in odor di requiem aeternam.
La salita è di quelle che tolgono il fiato, c’è quasi da augurarsi che scappi un molosso dall’area addestramento cani e ti corra dietro fino in cima, ma non succede mai quando serve. Ad ogni modo chiudo il mio bilancio di salita in positivo +3: sono stato superato da 2 e ne ho superati 5. Faccio sempre il bilancio di salita, almeno finché resta depenalizzato il falso in bilancio.
In cima alla salita l’agognato tè: peccato che la temperatura dell’infuso, non molto lontana dai seimila gradi celsius, riduca la sensibilità della mia lingua alla stregua di quella d’un tappetino felpato.
All’inizio della discesa m’ingarello con la ragazzina nera dell’Oltrarno, quasi m’ammazzo giù in quelle esse verticali per tenerla dietro, ma appena rispiana e c’è da spingere mi va via pure lei: è una gazzella che si tuffa nell’arancione tramonto di una Fiorenza rinascimentale. Io sono in coma, nemmeno troppo vigile, e non lo vedo il tramonto, ma Duccio mi ha assicurato che c’era.
Arieccolo il fotografo, pare che stia aspettando Bartali e puoi sentirlo canticchiare: “Sono seduto in cima a un paracarro e sto pensando agli affari miei, tra un podista e l’altro c’è un silenzio che descriverti non saprei”.
Clic. Torna indietro c’era la macchina. Anche no.
All’arrivo trovo Paolo che c’ha una certa fretta, lui c’ha sempre fretta. È uno che va forte, ma mica perché s’allena a morte o perché sia il nuovo Pizzolato, no… lui va forte solo perché c’ha fretta. Deve sempre andare da qualche parte e deve andarci subito.
E comunque in pizzeria lo seguo, mi raccomando a un paio di amici e riesco a mandarlo dove cavolo deve andare, tutto piuttosto in fretta. E quando Paolo, corso, cambiato, pizzato e caffeato se n’esce dal CRC per andare via, è allora che arriva il candidato a sindaco, da Montisoni, con il suo tablet 20x30 arpionato al braccio e le cuffiette con la discussione al Consiglio Comunale sulla Tasi in streaming.
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E siccome che avevo la muta societaria a lavare e indossavo una tenuta nera parecchio anonima mi sono potuto intrufolare nello “spogliatoio” tra quelli dell’Oltrarno, quelli del Ponte e altri sudati misti, giusto per sentire cosa avessero da dire sulla gara. Ed ecco, in esclusiva per voi, alcune perle udite con le mie sturate orecchie:
Che bella gara!
Eh sì, io preferisco corse di questo tipo alle solite.
Dura eh? Ma davvero un bel percorso.
C’ho la lingua arrostita, farò un salto al reparto grandi ustionati.
Resti per la pizza? No, m’è scaduto il permessino, di già l’ha m’ha mandato a correre.
O chill’erano quelle belle figliole al tavolo delle iscrizioni?
Però magari ce lo potevano dire, si portava quell’altre scarpe.
Questa è una corsa che potrebbero fare tranquillamente la domenica, sai la gente che verrebbe?
Ma sì, l’allungano tre, quattro chilometri ed è bell’e pronta.
Otto chilometri? Macché otto, a me mi segna quasi dieci.
Ma icché l’è questa Tasi?
Io qui ci venivo a ballare da ragazzo. Bei tempi, a i’ Dancing Antella.

Furio



3 commenti:

  1. Ero già in modalità raffreddamento linguare, prima ancora di sorbire il diabolico infuso. Francamente la foto la si poteva evitare, la mia dico, mettevi la gazzella dell'Oltrarno si faceva più bella figura.

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  2. La foto è giusta e l'articolo.... io sono dell'idea di mettere ai voti per eleggerti telecronista assoluto del blog, scrivi troppo bene complimenti!!

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  3. Hombre sei già assunto come telecronista del gruppo. Complimenti per la corsa e per il racconto.
    GRazia

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