Mentre i sacerdoti del trail si
ritrovano in un non meglio precisato crossroad di johnsoniana
memoria, gli altri umili asfaltisti si ritrovano, poco convinti, al
Niccheri da dove partiranno per la consueta gara dei vigili.
Orsù
dunque: tutti in macchina e poi via! Verso via la Farina.
A dispetto del tempo inclemente, tanta
era la gente in attesa della partenza: chi impegnato a cambiarsi, chi
a massaggiarsi, chi a autocommiserarsi (!??!), ma tutti con un comune
denominatore: il naso all'insù, per vedere se Giove Pluvio mollava
la cinghia. Sarebbe stata durissima una gara con le funi 'acqua che
cadevano dal cielo in quel momento.
Accontentati: Le minacciose nuvole
mollano un po' la cinghia e così, come disse qualcuno, "Il
branco di maiali sorte dal cortile" e si posiziona sotto l'arco
gonfiabile.
Un pompiere sospeso in aria su un
cestello (ahò! ma sempre i soliti esibizionisti...) brandisce una
pistola. Buuuum! Si parte!
Un paio di incertezze del serpentone,
svolta sinistra e poi giù per via masaccio a 5.30 di media. Troppo
veloce, non me lo posso permettere, ma anche gli altri più avanti
vedo che cadono nella stessa trappola dell'effetto "tanto si va
tutti piano" della partenza, infatti io del mio gruppo sono
comunque il più lento...
Belzebù inzia il suo lavoro: ho una
strana sensazione al ginocchio sinistro, si è staccata la protezione
per il rotuleo.
Maledizione sono costretto ad uno Stop and Go...
Go! Di nuovo in pista, punto la Rossana
e tento il recupero, si viaggia a 5.20 troppo-troppo!! Ma lo spettro
del paraurti dell'ambulanza fa paura e le gambe corrono anche più
del dovuto.
Viale Volta, ripasso del decalogo del
buon podista: non chiacchierare-rallenta-bracci bassi-respira
rilassato-rulla bene il piede, risposta della triste realtà: scarpa
sciolta.
Non succedeva dal 2010! Nuovo Stop and Go!
Ma che cavolo! Riparto incazzatissimo a
5.15. Passo nell'ordine: Rossana, Paolo, Angela, per poi rimettermi a
bronchi fumanti sui miei ritmi non appena la strada ricomincia ad
avere pendenza positiva. Ed è lì che comincia il mio calvario: si
sale per Settignano, metto le ridotte e accendo la pazienza.
Purtroppo avevo chiesto troppo all'inizio ed arrivare al ristoro è
una lotta terribile fra i neuroni della fatica che chiedono lo stop
alle gambe e quelli della dignità che chiedono di insistere ancora
un po'.
Angela mi ripassa e vola leggera verso il ristoro.
Cima Settignano: con un thè in bocca
attendo Paolo che era solo 200 metri dietro me, ripartiamo insieme
con l'idea di andare al traguardo in coppia, fantasia ben preso
sfumata dalla forte discesa bagnata e scivolosa, che insieme al mio
ginocchio sinistro non convincente, mi costringono ad autolimitarmi.
Non me lo perdonerò mai, ma forse mi son garantito ancora qualche
gara senza infortuni.
Residenza Strozzi: sullo splendido
viale di ingresso alla Villa, si riatterra a Firenze, l'inclinazione
ritorna da negativa a zero. Bisogna ricominciare a spingere sui
piedi.
Coltello in bocca e sguardo avanti.
Paolo lì a solo 100-150 metri, la testa che ti dice: "lo
prendi, lo prendi!" e le gambe che ti fanno: "Ci si ferma,
ci si ferma!". L'inseguimento durerà 4km, ma arriverò così al
traguardo, senza aver preso la carota, peccato!
Rimane comunque la soddisfazione di
aver dato il massimo su un percorso non facile e bellissimo con un
meteo non certo favorevole. Valdemarr, trema!! Piano piano sto tornando!!
Michele
ndr: nostra Presidenta ancora sul gradino più alto del podio di categoria .
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