L’obiettivo
stagionale era ormai conseguito, era quasi impensabile inserire nel
breve un’altra gara impegnativa. Le aspettative di inizio stagione
erano soddisfatte, il fisico che chiedeva un po’ di riposo, la
voglia di correre un po’ latitante. E invece, nella testa scatta
qualcosa che ti fa pensare “fatto trenta facciamo trentuno” e
così è partita l’iscrizione alla 50 km “Pistoia – Abetone”.
L’obiettivo
non era certo conseguire “un tempo”, ma solo arrivare, in una
gara dura e atipica, dove 31 dei 50 km previsti sono fatti di salite
e che salite!. Ma questo il lato positivo. Le mie gambe e la testa
sembravano rifiutare pianura e discesa ma accettare la salita, pur
con velocità ridotte.
La
compagnia del Passatore era decimata, alla partenza oltre me, solo
due “marziani” in velocità, Filippo (Zero Positivo) e David per
la seconda volta su questo tracciato. Si presentava quindi una corsa
in solitario, differentemente quindi dalle volte precedenti. Ma
oramai eravamo in ballo e quindi in una fresca splendida giornata di
sole …. “VIA” si parte … ancora 50 km e poi finalmente…
Una
strada conosciuta, fatta tante altre volte, ma sempre in auto per
raggiungere le cime innevate nelle giornate dedicate allo sci. Dopo
pochi km, subito la salita delle Piastre con pendenze impegnative, le
gambe sono ancora fresche, si procede quindi con un’alternanza
programmata di corsa e cammino. Da Gavinana la discesa verso San
Marcello (30° Km), traguardo per molti, intermedio per i più audaci.
Per l’esperienza di chi aveva già fatto la competizione, siamo
solo a metà del tempo che occorre per arrivare al traguardo. Ancora
tre km di discesa impegnativa e poi da La Lima iniziano gli ultimi
difficili 17 km che portano all’arrivo dell’Abetone.
Da
qui alla fine è stato un faticoso procedere di tratti brevi di corsa
e cammino, un mentale continuo riproiettare il tempo finale, km dopo
km. L’importante è arrivare, è vero, ma almeno sotto le sette
ore! E dopo Casotti, Pianosinatico, Cecchetto, Le Regine, finalmente le Piarmidi all’arrivo, senza respiro, in 6’ 45”. Gli
altri già da tempo arrivati al traguardo, lavati, pettinati e
asciugati; Filippo sempre più “marziano” 4’ 57”, David più umano si è dovuto fermare dopo i 42 km per infortunio.
Quindi,
dopo un semestre di competizioni impegnative, anche se corse a basse
velocità, periodo per me difficilmente replicabile e al di sopra di
ogni buon proposito di inizio anno, con due Maratone, due 50 km, il
Passatore e tante altre gare su distanze più brevi, finalmente era
arrivato il momento, quasi come un gesto liberatorio …
“SCARPE
AL CHIODO” … in attesa di riscoprire la voglia e il piacere
di correre senza avere nella testa traguardi da raggiungere, cercando di ritrovare una
freschezza atletica passando anche attraverso altri sport, magari
provando a riprogrammare obiettivi autunnali con l’auspicio di
scendere sui tempi personali, ma al momento … “SCARPE AL
CHIODO”.
stefano
“Siamo rimasti in pochi ad andare così piano,
ma abbiamo un grande cuore” (stefano)
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